Esistono agenzie commerciali che al costo di qualche decina o centinaia di franchi emettono un “certificato” in cui è riportato che una certa stella (che ha le coordinate e la luminosità di una stella esistente) avrà il nome che l’acquirente ha deciso che sia. Lo fanno per profitto e il nome assegnato non ha carattere ufficiale.

L’uso di acquistare i nomi delle stelle presso queste agenzie è disapprovato dalla IAU (International Astronomical Union). Da più di un secolo questa organizzazione – riconosciuta internazionalmente – è l’unico organo preposto a dare i nomi a oggetti celesti o a superfici di questi (per esempio a crateri lunari o a specifiche zone planetarie). Questi nomi vengono assegnati secondo regole approvate internazionalmente. La IAU, che è stata fondata nel 1919 e conta oltre 12’000 membri astronomi professionisti distribuiti in 104 nazioni, ha emanato alcune “linee guida” all’indirizzo di chi desidera acquistare certificati. Si possono leggere qui.

Le stelle più brillanti possiedono nomi che sono stati attribuiti loro dagli antichi (p. es. Aldebaran, Deneb, Canopus). Hanno nomi arabi, greci e latini. La stragrande maggioranza delle altre stelle non possiede nomi ma è codificata con dei caratteri alfanumerici poiché per gli addetti ai lavori è più comodo riferirsi a questi oggetti in questo modo. La IAU ha intrapreso degli sforzi, già dalla sua costituzione, di fissare uno standard di denominazione che fosse accettato dalla comunità astronomica. I nomi approvati da questa organizzazione godono del consenso di professionisti e delle istituzioni scientifiche nazionali. Questi nomi sono riconosciuti mondialmente.

Foto scattata durante lo Star Party al Piora. Nell’immagine il lago Cadagno sotto il cielo stellato.

La IAU stessa mette in guardia dall’acquisto di certificati emessi da agenzie “di intrattenimento” che vendono “ad un prezzo elevato i loro fogli di carta”. Inoltre il nome che l’acquirente decide di assegnare è “unico soltanto nel database della ditta venditrice” e che “niente vieta a quest’ultima, o a una sua concorrente, di vendere un altro nome alla medesima stella”.

La SAT sottoscrive le “linee guida” della IAU e consiglia di non gettare via inutilmente i propri soldi per acquistare il nome di una stella. Ci distanziamo quindi da questa pratica ed avvertiamo che questi “certificati” non sono riconosciuti se non, forse, da coloro che li hanno stampati.