di Andrea Manna e Stefano Sposetti.

 

Le osservazioni non richiedono apparecchiature sofisticate: bastano al limite un riflettore da 114 mm e un buon ingrandimento. Ci riferiamo ai Phemus, acronimo che sta per il francese phénomènes mutuels, fenomeni che coinvolgono i quattro satelliti galileiani di Giove: Io, Europa, Ganimede e Callisto. L’evento avviene ogni sei anni, allorché Terra e Sole ‘attraversano’ il piano orbitale delle quattro lune principali del gigante del Sistema solare. Per Phemus si intendono occultazioni ed eclissi fra i citati satelliti: si ha un’occultazione o un’eclisse a seconda della posizione delle due lune interessate. L’opposizione – in corso – di Giove cade proprio nei mesi dei PHEMUS 2014/2015 ed è infatti in atto una campagna osservativa internazionale che vede impegnati astrofili e astronomi professionisti. Campagna alla quale partecipa pure la Società astronomica ticinese (SAT) attraverso il gruppo di osservatori facenti capo alle sezioni ‘Meteore, Corpi minori, LIM” coordinata da Stefano Sposetti.

I Phemus possono essere osservati visualmente al telescopio, con una CCD o con una videocamera. I quattro satelliti devono essere, evidentemente, ben visibili. Per i visualisti si tratta di eseguire delle stime di luminosità prendendo come oggetti di confronto due dei tre satelliti non interessati in quel momento dal fenomeno (eclisse o occultazione). Ovvio: più il calo di luminosità del satellite occultato o eclissato è marcato, più agevole risulta l’osservazione. Con la videocamera o con la CCD l’osservazione è chiaramente oggettiva.

Per le effemeridi, per sapere cioè quando si verifica un Phemu, si può consultare il seguente sito internet:

http://www.iota-es.de/phemu_actual.html

L’osservazione dei Phemus è scientificamente importante perché consente di migliorare i parametri orbitali dei satelliti, per cui anche gli astrofili possono contribuire, con mezzi modesti, alla ricerca.